Buongiorno a tutti!
Oggi vi parlerò delle mie esperienze culinarie in giro per l’Europa e non solo…
Sarebbe stato meglio se avessi cucinato io!
Buona lettura! 😀
Tutti sappiamo che esiste il detto “noi siamo quello che mangiamo“, almeno da noi in Italia. Ma sicuramente in ogni Paese avranno il proprio modo di pensare… o di cucinare e poi mangiare. Io sono una che viaggia abbastanza, o almeno quando mi è possibile per svariate ragioni e amo provare cibi diversi, appartenenti a varie culture. No, non sto parlando di vermi e grilli in Paesi africani, ma di cibi assurdi in posti piuttosto vicini a noi.
Anni fa, circa tredici, visitavo la mia amata Finlandia per la prima volta. Eravamo tanti partecipanti al viaggio e di più nazionalità. Albergavamo in una sorta di ostello minuscolo in mezzo al nulla e non avevamo molte possibilità di andare al supermercato in breve tempo e a brevi distanze: eravamo obbligati a mangiare le assurdità che ci propinavano. Tra queste “prelibatezze” potevamo trovare riso scotto (che il “Jerry” nazionale si sarebbe messo le mani in testa), il tutto arricchito con degli squisiti spicchietti microscopici di mandarini in scatola (oh sì, avete letto bene!). Renna in umido (non male!), e… aringa… tenetevi forte, anche a colazione!
A pranzo invece ogni tanto ci facevano trovare la celeberrima pizza con il “cheese” e l’ananas (orrore per noi italiani!).
Spostiamoci leggermente più a sud del Paese Scandinavo e andiamo in UK. Sarò breve, tanto la storia la sapete. Patate, smile di patate, crocchette di patate (“che manco al cane!”), patate in ogni forma e ogni preparazione possibile.
Ho viaggiato parecchio in Inghilterra e ogni volta sono tornata con lo stomaco che mi chiedeva pietà.
Così come negli States: chi non conosce i famosissimi spaghetti with meatball (polpette), “schiaffata” di sugo crudo e aglio che fa scappare la gente a gambe levate, con bistecca di pollo sopra!
Ma contenti loro, contenti tutti… meno i turisti!
Facciamo i seri ora. Avrete sicuramente sentito parlare delle soluzioni “innovative” alla carne (sintetica, in 3D, vegetale), alla farina (grilli, vermi) che in molti, me compresa, mai e poi mai proveranno. Dicono che sia il cibo del futuro (in Piemonte, dove vivo, si dice “suma bin ciapà“, tradotto “siamo messi bene”), ma io preferisco nettamente le cose naturali, meglio se non di origine animale, per rispetto dei nostri amici a quattro zampe, due ali, eccetera.
Voi cosa ne pensate? Ai lettori e alle buone forchette l’ardua sentenza…
Fateci sapere raccontandoci le vostre esperienze!
A presto,
Francesca