Una cerimonia di domenica

Cronache danesi

Domenica 14 gennaio è stata una giornata storica, per la Danimarca e per il mondo. La “regina gentile”, Margrethe II di Danimarca, ha abdicato a favore di suo figlio Frederik, che è diventato Re Frederik X.

Per comprendere l’atmosfera che si respirava nel regno è necessario fare una serie di premesse.

Primo: i danesi, perfino quelli che sono contrari alla monarchia, amano la regina e, allo stesso tempo, seguono le regole. Quindi la polizia non ha avuto vita difficile e non è stato necessario transennare le strade che i cortei reali (in carrozza e in macchina) hanno percorso. Non ci sono state manifestazioni di dissenso, né azioni plateali (tanto per dirne una, nessuno ha osato buttare una zuppa di pomodoro contro la carrozza reale, che era “solo” circondata da quattro guardie del corpo a piedi). Eppure di persone ce n’erano, eccome! Qualcuno parla addirittura di centomila partecipanti, ma l’atmosfera era gioiosa, era una vera festa, nessuno aveva il broncio. Tutti sventolavano le loro bandierine bianche e rosse.

Secondo: la famiglia reale, e tutto quello che la riguarda, è un po’ come l’oroscopo. Pochi, in Danimarca, hanno il coraggio di ammettere a viso aperto che sono estremamente interessati, che ne seguono le vicende e che, alla bisogna, comprano anche la rivista settimanale interamente dedicata a Margrethe e ai suoi parenti più o meno stretti. Tutti gli altri, invece, cercano di darsi un tono: confessano di aver assistito alla cerimonia, ma aggiungono con tono di sufficienza che “è stata perlopiù una festa”. Se gesticolassero, muoverebbero la mano aperta con il palmo rivolto verso il basso, come a spazzar via qualcosa di poco importante. Eppure, domenica 14, a parte a Copenhagen, intorno ai due castelli coinvolti, non c’era nessuno in giro per le strade, neanche per sbaglio, neanche per un bisogno impellente del cane. Erano tutti davanti alla televisione e c’è da scommettere che molti avevano i fazzolettini a portata di mano, per asciugare la commozione.

Terzo: i danesi “sanno”. Conoscono i retroscena, gli antefatti, le dietrologie. Non hanno avuto nessun problema ad associare il bacio tra il neo-re e sua moglie con la presunta “scappatella spagnola”, né a interpretare la frase “legato e obbligato per la monarchia danese”, pronunciata da Frederik durante il brevissimo discorso di insediamento, come un modo per dire “io non lo volevo fare, ma dato che mi è capitato di nascere in questa famiglia, faccio buon viso a cattivo gioco e prometto di impegnarmi al massimo”.

Quarta e ultima premessa: la Regina Margrethe è davvero la donna “del destino”. Cinquantadue anni fa la costituzione danese è stata cambiata per lei – prima e unica volta nella storia – per permetterle di salire al trono, dato che non aveva fratelli. In più lei è la seconda sovrana in tutto il regno danese ad abdicare: prima di lei, solo nel 1146, lo aveva fatto.

Un'immagine della cerimonia ripresa alla tv
Un’immagine della cerimonia ripresa alla tv

Dopo tutte queste premesse, restano da dire solo due cose: l’immagine dell’anziana regina che, mentre si volta, mormora tra le lacrime “Dio protegga il re” e si allontana da sola, mentre il resto dei presenti resta fermo seduto al proprio posto senza neanche un applauso, rimarrà nella memoria di tutti.

E poi c’è la cosa più importante: la cerimonia, brevissima, è cominciata alle 13.30. Sono pazzi questi danesi! Noi italiani non rinunceremmo mai al pranzo della domenica, neanche “ad ogni abdicazione di regina”!

A presto con altre Curiosità danesi!

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Pubblicato da mattrossblog

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