Occhio per Occhio… cercando Maria

Te c’hanno mai mannato…

Quante volte abbiamo pronunciato la famosa frase “Lascia perdeÈ  come cercà Maria per Roma”, quasi un’arresa nei confronti di ciò che stiamo cercando, come se l’oggetto ricercato diventasse praticamente introvabile o quasi.

Per arrivare all’origine di questa frase, e prima di partire per la nostra avventura, dobbiamo fare un salto nella storia e chiarire alcuni punti.
Avete visto quante edicole con l’immagine di Maria troviamo sui muri, specialmente agli angoli delle vie del centro di Roma?
Avete mai pensato perché se ne trovano così tante, e chi e perché le ha posizionate lì?

L’origine di queste edicole risalgono ai tempi dell’antica Roma dove piccoli tempietti, chiamati appunto Aediculae, venivano eretti negli incroci delle vie in onore dei Dei Lares Compilates, delle divinità con il compito di proteggere chi viaggiava.

Ma i tempi cambiano, e con l’ufficialità della religione cristiana, il culto mariano prese sempre più piede, andando così a sostituire, con il passar del tempo, le Aediculae dei Lares con l’immagine di Maria consacrata, protettrice della città.
Nel rinascimento la figura di Maria ebbe il suo massimo splendore: nel solo centro storico si contavano circa 1400 Madonnelle, mentre oggi ne rimangono circa 600.
Ed è proprio in questo periodo che prende capo la nostra storia: infatti pochi sanno che il 9 luglio del 1796 a Roma circa 100 Madonnelle mossero gli occhi per indicare l’ascesa di Napoleone a Roma. Il miracolo si replicò per circa 4 mesi, fino a novembre dello stesso anno. All’epoca Roma contava circa 200 mila abitanti e molti furono i testimoni, tra cui artisti e scienziati che andarono sul posto per studiare il fenomeno. La chiesa ascoltò più di 100 persone, tra i quali anche il famoso architetto Valadier (le testimonianze sono tutte depositate negli archivi vaticani), per capire se si trattava di prodigio, oppure di suggestione collettiva. Alla fine la chiesa riconobbe 26 immagini miracolose: per le altre non ci fu il tempo necessario.

Le Madonnelle miracolose erano oggetto di venerazione da parte dei pellegrini che giungevano a Roma, ma una in particolare era introvabile e ben nascosta. Ed è proprio qui che interveniamo noi. Immaginiamo di accompagnare due ipotetici pellegrini alla ricerca della famosa Maria per Roma. Il nostro viaggio prenderà in esame solo 5 di esse, le più significative, e sarà ambientato nei giorni nostri per facilitare anche a voi la ricerca: semmai desideriate far visita alla famosa Maria, quindi, gambe in spalla e si parte!

Cercando la prima Madonnella
Cercando la prima Madonnella

Messe da parte le presentazioni con i devoti, chiediamo di seguirci perché la passeggiata che faremo sarà circa di 2.2 km. Ci troviamo in Piazza dei Santi Apostoli, proprio vicino al museo delle cere, e la percorriamo lungo tutta la facciata della Basilica dei Santi XII Apostoli, in direzione della Fontana di Trevi. Alla fine della piazza prendiamo Via di San Marcello arrivando fino al civico 41, dove una piccola lastra di marmo ci indica che ci troviamo di fronte all’entrata della Cappella della Madonna dell’Archetto, prima tra le Madonnelle miracolose a muovere gli occhi.
Quindi superiamo il cancelletto in ferro e percorriamo il piccolo vicolo, fino all’entrata del santuario. Entrando scopriamo un vero gioiello di arte neorinascimentale costruita nel XIX secolo proprio per contenere l’immagine sacra, chiudendo il preesistente arco del palazzo su cui si poggia. La piccola chiesa oltre a contenere la prima delle Madonnelle miracolose, detiene anche il primato di essere la chiesa più piccola di Roma, con tanto di cupola, che incredibilmente termina sotto il pavimento dell’appartamento sovrastante.

La cupola della chiesa più piccola di Roma
La cupola della chiesa più piccola di Roma

A questo punto strizziamo l’occhio alla prima Madonnella e pensiamo a quanta gente veniva qua per chiedere grazia. Ma prima di uscire facciamo notare ai pellegrini gli affreschi sulla cupola e spieghiamo loro che sono opera di Costantino Brumidi, artista romano che nel 1865 realizzò il famoso affresco per il Governo degli Stati Uniti conosciuto come “L’apoteosi di Washington” in cima alla cupola del campidoglio americano.

Ecco la prima!
Ecco la prima!

Trovata la prima Maria ci rimettiamo in cammino. Arrivati in Piazza dell’Oratorio attraversiamo Galleria Sciarra con i suoi magnifici affreschi che lasciano a bocca aperta i nostri pellegrini, quindi tiriamo dritto per Santa Maria in Via, fino ad incrociare Via delle Muratte, dove milioni di turisti passeggiano in direzione della Fontana di Trevi. A questo punto sulla sinistra, percorrendo Via delle Muratte, troviamo una viuzza chiamata Vicolo delle Bollette. Spieghiamo ai pellegrini che non è necessario pagare qualcosa, ma il vicolo prende il nome dai Fabbricanti di bollette, cioè chiodi corti di ferro con la testa larga, che un tempo avevano qui le loro botteghe.
Ed è proprio qui che troviamo la nostra seconda Madonnella che mosse gli occhi, conosciuta anche come Madonna della Pietà. L’edicola si trova all’inizio del vicolo, posizionata sul muro, coperta da una piccola tettoia. I pellegrini sono attratti da una lapide proprio sotto l’edicola, dove si richiede l’elemosina per il miracolo avvenuto.

Scovata facilmente la seconda Madonnella, ci catapultiamo verso il Phanteon. Giunti in Piazza della Rotonda proseguiamo per Santa Maria della Minerva dove salutiamo l’elefantino del Bernini e tiriamo dritto fino a Via dell’Arco della Ciambella, dove troviamo la terza Maria, conosciuta anche come Madonna del Rosario. Spieghiamo ai pellegrini che l’immagine di Maria è fissata non in un semplice muro, bensì sopra gli unici resti delle Terme di Agrippa, le più antiche di Roma, da tempo ormai intrappolate tra i palazzi.  A questo punto allunghiamo il passo fino a Via delle Botteghe Oscure, dove ad attenderci troviamo la Madonna della provvidenza, molto venerata dai romani. Facciamo notare ai pellegrini le targhe sottostanti che ricordano il miracolo e alcuni ex voto.

La Madonna della Provvidenza
La Madonna della Provvidenza

Adesso non rimane che cercare la famosa Maria, quella introvabile: ci incamminiamo quindi in Piazza Benedetto Cairoli e, poco prima di Via dei Giubbonari, giriamo a destra per Via dei Chiavari, fino a Piazza dei Satiri, dove prendiamo Via di Grotta Pinta. A questo punto facciamo notare ai pellegrini che il palazzo ha un andamento curvilineo e spieghiamo loro che  l’edifico ricalca esattamente le fondamenta del Teatro di Pompeo, che qui fu inaugurato nel 55 a.C.. Poi nel corso del tempo venne restaurato più volte fino al VI secolo e infine nel medioevo trasformato in edificio abitativo con dimore di famiglie importanti come gli Orsini.

Benvenuti al Teatro di Pompeo!
Benvenuti al Teatro di Pompeo!

A questo punto indichiamo ai nostri pellegrini un passaggio con due aperture sul muro, nascoste tra una chiesetta e il palazzo adiacente. Quindi, presi dall’entusiasmo, entriamo e una volta dentro i pellegrini rimangono affascinati dagli affreschi e dall’immagine illuminata della Maria più ricercata di Roma.
Spieghiamo ai pellegrini che ci troviamo all’interno di un corridoio dell’antico Teatro di Pompeo, poi trasformato in cappella e oggi conosciuto come il Passetto del Biscione, che da secoli nasconde la nostra famosa Maria pè Roma.
A questo punto usciamo dal Passetto dal lato opposto in cui siamo entrati e ci immergiamo, salutando i nostri amici pellegrini, nel famoso mercato di Campo de’ Fiori.

Avemo cercato e... trovato Maria pe' Roma!
Avemo cercato e… trovato Maria pe’ Roma!

se non te c’hanno mannato… Vacce!

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