Calma, è solo Caos pt.2

Appunti di Viaggio

Uno scenario improvviso. Desertico. Un personaggio disperso, alla ricerca di vita, di casa, in un posto indefinito, ma caldo, molto caldo. Riprende il viaggio… ciak… azione!

La sera era giunta e l’indomani avrebbe trovato sicuramente qualcuno a cui chiedere spiegazioni. Chiuse gli occhi. Di nuovo. Buio.

Il Sole sorse di nuovo e pensò che la cosa più intelligente da fare fosse salire sopra un’altura. Del resto lo insegnava Robinson Crusoe. Ne scorse una in lontananza che non aveva notato il giorno precedente. Mirò quella direzione e partì. Camminò. A tratti corse. Poi camminò di nuovo. Trovò alcune stradine con altre macchine parcheggiate. Poi d’improvviso una casa. Tutta bianca. Bussò. Nulla. La porta era socchiusa. Entrò. Sulla tavola un tagliere con formaggi ed alcune salse rosse e verdi, piccole patate al forno, peperoni verdi e una caraffa con una specie di vino rosso, dolciastro. Doveva averlo già bevuto in precedenza. Mangiò e bevve. Poi ripartì salutando, anche se non c’era nessuno. “Calma, è solo sopravvivenza”.

Calma, è solo sopravvivenza
Calma, è solo sopravvivenza

La sabbia lasciò il passo alla terra. Rossa. La collina su cui pensava di salire cominciò ad essere più definita. Sempre di più. Fino a mostrare la sua vera natura. Non era ciò che sembrava. Era la bocca di un vulcano. Ma non fumava. E non si sentivano odori sulfurei. Così decise di salire. Più saliva più si rendeva conto che quello era il primo di tanti coni vulcanici di cui era cosparso quel territorio. Di vegetazione nemmeno l’ombra. E il vento che lo aveva accompagnato il giorno precedente sembrava essersi calmato. “Calma, è solo un Vulcano”.

Calma, è solo un Vulcano
Calma, è solo un Vulcano

Arrivò in cima. Da lì poteva vedere a 360°. E lo fece. Girò tutt’intorno fino a rendersi conto che si trovava su un’isola. Una di quelle isole dimenticate da Dio. Il terreno aveva ogni sfumatura dei toni caldi. Nessuna speranza di veder crescere qualcosa di coltivabile. Sembrava che lì non piovesse da secoli, anzi forse millenni. Lo sconforto lo prese d’assalto. Agitazione. Tachicardia. Bum bum bum. Nessun segno di vita. Il terreno scosceso. Sassi. Terra. Rossa. La testa girava. Nessuno intorno. Ruzzolò. Il pendio del vulcano. Ripido. Rotolava. Ancora. Ancora. Ancora. Di colpo il buio.

Drin, drin, drin, drin. Aprì gli occhi prendendo tanta aria quanto i polmoni potessero riceverne. Il respiro più grande che avesse mai preso. Spense la sveglia. Spostò le coperte e si mise seduto sul letto. Prese un sorso d’acqua. Pensò che serate a base di tapas canarine con Pimentos del padron, Papas rugas, Queso majorero, Mojo verde y rojo, Sangria e Ronmiel non sarebbero più capitate per un po’. Il ricordo del viaggio appena concluso a Fuerteventura aveva fatto il resto. No, non aveva più lo stomaco né il fegato per tutto questo. Ma le immagini che aveva ancora in testa del Calderon Hondo, di La Oliva e della spiaggia di Corralejo erano talmente vivide che il suo subconscio le riproponeva appena possibile. Non aveva fatto surf, ma si era ripromesso di tornare e cimentarsi alla prossima occasione. “Calma, è solo una Vacanza”.

Calma, è solo una Vacanza
Calma, è solo una Vacanza

Al prossimo racconto

Pubblicato su SevenBlog il 11 novembre 2022

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Pubblicato da mattrossblog

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