Massa d’Albe e Magliano de’ Marsi

Appunti di Viaggio

Il percorso riparte dalle maestose rovine romane di Alba Fucens, verso il centro principale di questo comune: Massa d’Albe.
Il nome denota già una particolarità: non è nato come un unico paese, ma è l’unione di più centri abitati. Dopo il terremoto del 1915 urgeva un centro amministrativo della zona. Albe era stata completamente rasa al suolo, così si pensò di unire due piccoli centri, Massa e Corona (o Massa Inferiore e Massa Superiore), attraverso la costruzione dei luoghi amministrativi e di vita pubblica. Nasce in questo modo Massa d’Albe.

I primi anni di vita di questo centro abitato sono stati molto travagliati, complice la Seconda Guerra Mondiale. Venne infatti bombardata nel 1944 poiché ospitava il comando della linea difensiva tedesca del centro Italia, agli ordini del feldmaresciallo Kesserling. La resistenza al nazismo le è valsa la Medaglia d’Argento al Merito Civile nel 2002.
Non avendo una grande storia alle spalle ed essendo stata rasa al suolo per ben due volte solo nello scorso secolo, Massa d’Albe non presenta nel suo abitato grandissime attrazioni turistiche. Le chiese di san Fabiano e Sebastiano e quella di Santa Maria sono in stile neoromanico e di costruzione novecentesca. I suoi 1500 abitanti sono molto fieri che Massa sia stata inserita nel circuito dei Borghi Autentici d’Italia!
Con i suoi 865 metri s.l.m. rappresenta un buon avamposto per gite sul monte Velino, posto proprio alle sue spalle: vale la pena una passeggiata qui anche solo per ammirare questo gigante così da vicino.

Il panorama da Massa d'Albe, illustrato su un pannello
Il panorama da Massa d’Albe, illustrato su un pannello

Riprendiamo la macchina e ci spostiamo verso un altro comune: Magliano de’ Marsi. Al confine con il Lazio, condivide con la vicina Massa sentieri che portano alla cima del Velino e il pregio di essere uno dei Borghi Autentici d’Italia. Rispetto alla vicina però è un po’ più in basso (circa 700 mslm) e decisamente più popoloso (circa il doppio degli abitanti). Il maggior sviluppo si deve sicuramente alla vicinanza con l’autostrada A25, da cui si arriva attraverso un’uscita che ne porta il nome.
Il nome deriva dai fabbri che abitavano qui durante il periodo d’oro di Alba Fucens? Non si sa bene. Il primo documento storico risale al 1250: l’Universitas Malleani compare nel registro delle rendite. Nel 1500 fu sede di uno scontro tra Orsini e Colonna e nel 1860 venne occupata dalle truppe borboniche. Ma gli eventi più nefasti furono tre terremoti: 1703 de L’Aquila, 1904 di Rosciolo e 1915 della Marsica.

Il Municipio di Magliano de' Marsi, in ristrutturazione
Il Municipio di Magliano de’ Marsi, in ristrutturazione

Dell’originario nucleo urbano non rimane molto, se non la forma di alcune vie a stringersi attorno alla chiesa di Santa Lucia, come antiche mura su un borgo ormai inesistente. L’edificio di culto invece è quattrocentesco, con una facciata quadrangolare, un rosone al centro e tre accessi con archi ogivali. L’interno è a tre navate con pianta a croce latina. Il tetto è stato completamente ricostruito così come il campanile, dopo i terremoti. Poco lontano si trova la fontana di Giugno, o di Saturno.
Il convento di San Domenico ha una facciata molto austera e dal XIV secolo ha ospitato diverse confraternite. Ad oggi officiano qui i frati francescani minori.
L’edificio del comune ricorda l’origine medievale di Magliano (qui per recuperare la storia delle Universitas).
Celebre è l’infiorata che precede il Corpus Domini, chiamata Florales. Veri e propri quadri composti da petali di fiori compaiono su una strada del paese, in preparazione alla processione del giorno seguente.
La prossima settimana proseguiremo il percorso alle pendici del monte Velino alla scoperta di nuovi, sorprendenti borghi.

Al prossimo racconto!

Pubblicato da mattrossblog

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