Alba Fucens e Albe

Appunti di Viaggio

Il viaggio nella Marsica prosegue nello spazio e nel tempo. Questa settimana ci ritroviamo a viaggiare davvero alle origini di questi territori, in epoche in cui il Fucino rivestiva grande importanza strategica: sembra che chiunque possedesse Alba Fucens, avesse anche la meglio sul nemico.
Accadde così che nel terzo secolo avanti Cristo un manipolo di romani strappò questa colonia (al confine con il territorio dei Marsi) agli Equi. Lo sviluppo nei tempi di questa città fortificata la vide protagonista delle lotte intestine: la lotta interna tra Silla e Mario, poi quella tra Cesare e Pompeo, infine tra Ottaviano e Marcantonio; e di grandi guerre di difesa dai nemici: Etruschi, Umbri, Sanniti, Galli, Cartaginesi, Numidi e Persiani conobbero la lealtà di Alba Fucens a Roma. Alba fu utilizzata come colonia di confino per i re nemici.

Area archeologica di Alba Fucens
Area archeologica di Alba Fucens

Situata ad un’altura a circa 1000 metri s.l.m., l’importanza strategica era dovuta alla posizione elevata sulla via Tiburtina, che proprio negli anni dello sviluppo albense (e non albano, aggettivo dedicato alla più importante Albalonga) raggiunse questi luoghi.
L’epoca imperiale vide il massimo sviluppo di Alba Fucens, quando poteva essere considerata tra i maggiori centri abitati dell’impero. Tuttavia l’invasione dei barbari e la distruzione dei terremoti portarono il progressivo abbandono di questa città, a favore di un nuovo centro che è sorto man mano sulla vecchia acropoli: il medioevo e l’incastellamento hanno reso la vecchia Alba Fucens una cava di materiale da risulta.

Veduta di Alba Fucens, Albe e il Velino
Veduta di Alba Fucens, Albe e il Velino

Sul colle San Nicola, più lontano dalla grande viabilità, gli abitanti trovarono riparo dalle frequenti incursioni nemiche. Nell’XI secolo la grande Alba Fucens era diventato solamente un insieme di pietre senza vita. Con l’avvento di Berardo I, Alba Fucens lasciò definitivamente lo scettro di centro principale del Fucino a Celano e poi a Tagliacozzo, borgo che per secoli detenne il potere della Contea Marsicana. Purtroppo anche del castello e del borgo sul colle ad oggi non restano altro che macerie: il terremoto del 1915 ha raso tutto al suolo e gli abitanti sopravvissuti si trasferirono nel piccolo caseggiato costruito in emergenza alle porte dell’area archeologica romana.

Area archeologica di Alba Fucens
Area archeologica di Alba Fucens

La nuova, ultima Alba presenta casette dalla forma regolare (costruzioni uguali a quelle già viste ad Aielli) che si sviluppano su due vie parallele attorno alla chiesa di S. Nicola, che ingloba nelle sue linee il rosone e il portale recuperati dalle macerie della vecchia chiesa medievale.
Nel 1943 la linea Gustav aveva ad Alba il suo posto di comando e dagli anni ’50 sono iniziati gli scavi che hanno portato alla luce l’antica grandezza di questo luogo, consegnandolo ai visitatori più curiosi.

Chiesa di San Nicola
Chiesa di San Nicola

Lo sviluppo della città romana era tipico a scacchiera, con il cardo e il decumano ad incrociarsi nel punto cittadino principale. Su questi assi viari troviamo il comitium, un grande foro (142×43,5 metri), la basilica, templi vari e il teatro. Ad evidenziare la grandezza imperiale di Alba Fucens, troviamo le terme e un grande macellum. Leggermente più decentrato, il grande anfiteatro: 96×79 metri, di forma ovale, scavato nella roccia. Realizzato grazie al testamento di Nevio Sutorio Macrone, prefetto del pretorio nato ad Alba e morto suicida per pressioni politiche.
Girare per queste rovine è emozionante e oltretutto gratuito! Ci sono percorsi da seguire, ma ogni luogo è accessibile. Veder spuntare fuori dal nulla l’enorme anfiteatro è un colpo al cuore: un edificio così importante immerso nelle campagne abruzzesi è quantomeno inusuale!

L'anfiteatro di Alba Fucens
L’anfiteatro di Alba Fucens

Sulla collina che sovrasta l’anfiteatro c’è una chiesa romanica recentemente restaurata, ma che in alcune sue parti vede ancora in corso opere di ristrutturazione: è San Pietro. Costruita sul preesistente tempio di Apollo, la sua origine si può notare dalle colonne antiche e da un’iconostasi con un’aquila romana.

Abside della chiesa di San Pietro
Abside della chiesa di San Pietro

Il mio consiglio è quello di fare poi una passeggiata ad Albe, seppur con qualche precauzione per via dei ruderi pericolanti. Nei pressi del vecchio castello Orsini, lontano poche centinaia di metri dall’area archeologica, vale la pena un rapido giro tra le mura delle case che sono rimaste in piedi da più di un secolo: sembrano conservare tuttora la vita quotidiana di inizio novecento. Con un po’ di fantasia e qualche immagine antica che si trova sul sito e su internet è possibile passeggiare per il vecchio corso, tra bambini che giocano tra le strade a campana o con la ruota, donne in piazza coi cesti del bucato sulla testa e uomini che tornano verso il castello dopo una faticosa giornata di lavoro ai campi. Gli stessi campi che davano da vivere e allo stesso tempo celavano la gloria passata, sotterrata, dell’antica Alba Fucens.

Al prossimo racconto!

Pubblicato da mattrossblog

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