Celano

Appunti di Viaggio

Attraversando la piana del Fucino da ovest a est, non si può non notare un paese con in cima una grande costruzione fortilizia a guardia di tutto il territorio sottostante. Quel borgo che sovrasta regalmente i campi arati, dando un senso di sicurezza e di protezione è Celano.

Celano visto dalla piana sottostante
Celano visto dalla piana sottostante

Abitato sin dall’Età del Bronzo e ricompreso in seguito nel territorio di Alba Fucens, nel medioevo Celano passa al Ducato di Spoleto. Raggiunge una piccola autonomia attorno all’anno mille con Berardo, capostipite dei conti dei Marsi, ma un paio di secoli dopo Federico II la rade al suolo obbligando gli abitanti ad un esilio forzato di quattro anni nell’isola di Malta.
La ricostruzione di Celano comincia sotto gli Aragonesi su un’altura vicino al nucleo originario, il colle San Flaviano. Questi regolamentarono il regio tratturo Celano-Foggia a vantaggio dell’economia pastorizia locale, rinforzandolo e rendendolo una delle direttrici principali della transumanza.

Il Comune di Celano
Il Comune di Celano

Il Castello Piccolomini è frutto di quest’epoca di rinascita di Celano. Gli ultimi eredi Berardi sono i responsabili della costruzione di quest’opera difensiva e in particolare viene ricordata dai celanesi la contessa Jacovella come promotrice di questo baluardo.
Il castello, che nel XV secolo assumerà il nome dei Piccolomini, ha una pianta rettangolare con torri poste ai quattro angoli. L’accesso è possibile attraverso un ponte levatoio che sovrasta un fossato. Caditoie proteggono gli accessi e merlature ghibelline sovrastano l’intera struttura muraria, con ben 16 torri poliforme a protezione. Da alcuni dettagli si può notare come la struttura nei secoli abbia un pochino perso la funzione militare a vantaggio di quella residenziale, mantenendo tuttavia un’austerità nella forma che la rende particolarmente severa al primo sguardo.
Oggi il castello ospita il polo museale dell’arte sacra della Marsica.

L'imponente Castello Piccolomini
L’imponente Castello Piccolomini

Numerose sono le figure storiche passate da Celano. Di sicuro si conosce bene il soggiorno di San Francesco, poiché il suo primo biografo fu proprio Tommaso da Celano; sembra che durante una visita in questo borgo Leonardo da Vinci abbia scritto il suo Codice Lauri, riportante un trattato sulla pittura.
Quando nei precedenti racconti si è parlato della bonifica del lago ad opera di Alessandro Torlonia (qui e qui), non è mai stato descritto il trattamento di favore ricevuto per il lavoro operato: a seguito del prosciugamento, egli poté usufruire della gran parte dei terreni agricoli ricavati per 99 anni, con condizioni lavorative dei braccianti alla stregua dello sfruttamento. Nel 1950 così questi scesero in piazza in un movimento di protesta che fu soffocato nel sangue in quello che viene ricordato come l’eccidio di Celano. Questo episodio diede il via però alla riforma agraria italiana che portò notevoli miglioramenti per tutta la classe produttiva dello stivale.

Chiesa di San Giovanni Battista
Chiesa di San Giovanni Battista

Girare per Celano è molto piacevole. Il paese è curato e le principali attrazioni turistiche sono illustrate nei dettagli da cartelli che ne spiegano le particolarità e guidano attraverso diversi percorsi nella storia del borgo. La visita parte sicuramente dinanzi al comune, da Piazza IV Novembre. Si raggiunge percorrendo la SS 696, del Parco Regionale Sirente-Velino, che si slarga in uno spazio che oltre all’edificio novecentesco del Municipio accoglie anche il Monumento ai Caduti e una splendida fontana. Vi si affaccia oltretutto l’abside della chiesa di San Giovanni Battista: la facciata è molto austera, con conci squadrati, un rosone romanico e tetto a capanna. All’interno l’ambiente è diviso in tre navate da pilastri ottagonali che si intersecano in archi ogivali. Degli affreschi quattrocenteschi di scuola senese decorano la navata di destra.

Chiesa di Sant'Angelo
Chiesa di Sant’Angelo

Un po’ all’esterno dell’abitato medievale, le chiese di Santa Maria in Valleverde e della Madonna delle Grazie rappresentano due tappe fondamentali. In particolare la seconda, in quanto uno dei pochissimi edifici risparmiati dalla distruzione federiciana del 1223. Vicino al Castello, la piccola chiesa di Sant’Angelo differisce dalle altre per le decorazioni barocche.
Una passeggiata molto piacevole attorno al Castello giunge al parco della Rimembranza, dove ci godiamo il tramonto seduti su una panchina, sognando già la prossima destinazione.

Al prossimo racconto!

Pubblicato da mattrossblog

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