Appunti di Viaggio
Questa settimana ci dirigiamo verso nord. Percorriamo l’autostrada A1 in direzione Milano e usciamo a Orte. Da qui, qualche curva nelle tranquille colline umbre ci porta dritti alla meta.
Arriviamo in quello che secondo alcune fonti sembra essere il borgo più antico d’Italia, fondato nel XII secolo a.C. dal Re Ameroe, da cui poi prese il nome ‘Ameria‘, divenuto in tempi moderni Amelia.
Parcheggiamo l’auto sotto le possenti mura poligonali del III secolo a.C.. Cingono il centro storico e la SS 205 Amerina le lambisce appena sotto porta Romana, uno dei 4 accessi al borgo.
Entriamo osservando la sommità del paese, che sembra essere davvero lontana! Scopriamo che lì in cima sorgeva l’antica acropoli e il nucleo originario di Amelia.
Passeggiando per Via della Repubblica incontriamo dopo poche decine di metri la Chiesa di San Francesco d’Assisi. L’edificio risale al XII secolo e inizialmente era dedicato ai Santi Filippo e Giacomo. I vari rimaneggiamenti nei secoli a seguire ne hanno alterato l’aspetto: all’esterno romanico-gotico e all’interno dalle linee barocche, con aperture nell’abside a donare luce a tutto l’ambiente.
Nella stessa piazza della chiesa, si trovano il Museo Civico Archeologico e la Pinacoteca “Edilberto Rosa”, con la celebre statua bronzea del Germanico, un noto condottiero romano.
La passeggiata prosegue scorgendo tracce di basolato romano e incontrando la Chiesa del Santissimo Crocefisso, poi quelle di Santa Lucia e Santa Monica e infine Santa Caterina. In mezzo, ambienti romani avvolti dalla città contemporanea, ipogei a memoria di un passato molto importante.
Arrivati al punto più alto di Amelia, ci fermiamo a riprendere aria su un belvedere mozzafiato, che spazia fino alla valle tiberina.
Qui sorge il Duomo di Santa Fermina. L’edificio attuale ha forme barocche ed è del 1600, mentre la prima costruzione risale al IX secolo. La facciata però è neoclassica e sul lato sinistro è accompagnata da una torre campanaria dodecagonale dell’XI secolo, costruita insolitamente senza copertura.
Scendiamo da Via del Duomo passando davanti al cinquecentesco Palazzo Petrignani e in Piazza Marconi incrociamo il palazzo ex poste e telegrafi.
Giù per Via Farrattini notiamo l’omonimo palazzo. Costruito da Antonio da Sangallo il Giovane, fu uno studio preparatorio per la realizzazione del più celebre Palazzo Farnese di Roma.
Da queste parti non mancano di certo prelibatezze enogastronomiche come olio, vino doc, tartufo e funghi. Ma il prodotto tipico è una specialità dolciaria: fichi secchi lavorati con speciali procedimenti artigianali.
La visita volge al termine e ci voltiamo un’ultima volta per guardare Amelia e le sue mura ciclopiche, custodi di un borgo tra i più antichi di tutta la penisola.
Al prossimo racconto!
Una opinione su "Amelia"