Matera, i Sassi pt. 2

Appunti di Viaggio

Le scorse settimane abbiamo viaggiato attraverso la storia antica e moderna di Matera. Il viaggio attraverso le bellezze della Basilicata prosegue addentrandoci nei Sassi, un unicum celebre e invidiato in tutto il mondo!

I Sassi sono i nomi dei due quartieri più antichi di Matera, ma sono anche i nomi delle case tipiche di qui: abitazioni scavate nella roccia, che poi non viene gettata, ma riutilizzata per costruirci sopra ulteriori livelli. Accade così che passeggiando per le viuzze ci si ritrovi con i piedi sopra il tetto di qualcuno!
È un dedalo di pietra bianca, dove perdersi è un attimo. Sembra di vivere dentro un quadro di Escher.

La calcarenite è la tipica pietra di questa zona: non è difficile, tra i blocchi delle costruzioni, trovare tracce di fossili (se volete sapere perché, leggete qui)!
Si contano fino a 7 livelli di sovrapposizione: in questo modo anche Google Maps va in tilt e qui non è proprio utilizzabile!

Fossili nella calcarenite
Fossili nella calcarenite

Le case sono organizzate in vicinati, piccole piazze dove si condivideva la vita quotidiana. All’interno, infatti, non c’erano finestre, così le faccende di tutti i giorni venivano svolte insieme alle famiglie vicine: in questo modo, d’estate il caldo rimaneva fuori e d’inverno dentro, con le bestie a fare da caloriferi naturali. Animali e umani infatti dormivano nello stesso ambiente.
Piccoli pertugi nella roccia servivano solamente a dare aerazione ai locali interni.

Un vicinato
Un vicinato

Nelle abitazioni si potevano trovare anche pozzi, macine (azionate dagli animali) o forni. Questi ultimi erano pochi, così una volta impastato il pane, veniva marchiato col timbro della famiglia e in seguito portato a cuocere, sotto pagamento di un piccolo compenso per il fornaio. Si doveva però stare molto attenti, poiché se il simbolo veniva cancellato durante la cottura, il fornaio si appropriava del pane!

L'interno di un Sasso, con un mulino
L’interno di un Sasso, con un mulino

Sopra i tetti si notano delle specie di imbuti, che finiscono all’interno delle abitazioni attraverso lunghe tubature in pietra: non essendo molta, l’acqua veniva raccolta anche dalle precipitazioni atmosferiche e convogliata all’interno delle cisterne, così da essere consumata al bisogno.

Le strade invece hanno pendenze precise e canaline in modo da far confluire le deiezioni al loro interno e lasciare pulito il percorso pedonale.
Insomma, gli aspetti tecnologici di questo luogo a ben vedere sono molti e all’avanguardia, per un posto che non molti anni fa venne definito “Vergogna nazionale”!

Santa Maria in Idris
Santa Maria in Idris

La visita può partire da Piazza Pascoli. Uno degli scorci più suggestivi e fotografati di Matera. Ci si ritrova improvvisamente davanti una splendida vista del Sasso Caveoso. Scendendo verso Via Buozzi, l’arteria che percorre completamente in lungo il quartiere, l’immersione nella storia è istantanea. Si possono visitare varie “case grotta”, antichi sassi oppure chiese rupestri. Tra gli edifici religiosi più suggestivi, Santa Maria in Idris, che da un’altura guarda l’intero Sasso, o San Pietro Caveoso, costruita su uno sperone a picco sulla gravina.

San Pietro Caveoso
San Pietro Caveoso

Passeggiando nel Rione Malve, può accadere che ci si ritrovi a passeggiare su della roccia nuda, in cui si possono notare delle buche scavate con una forma rettangolare: è un antico cimitero medievale!

Il cimitero medievale
Il cimitero medievale

Girando attorno alla Civita, la strada si fa più larga, quasi monumentale: durante il fascismo, Mussolini volle dare alla città una via carrabile, moderna, a costo di sventrare il preesistente tessuto urbano, l’attuale Via Madonna delle Virtù.

Durante la visita, troviamo delle installazioni moderne: si tratta di opere di Dalì, esposte gratuitamente in pubblico. Suggestivo il confronto antico/moderno!

Un'opera di Dalì in via Madonna delle Virtù
Un’opera di Dalì in via Madonna delle Virtù

Il percorso prosegue verso Via D’Addozio e Via Fiorentini, che torna infine sul Piano. Cambiano i nomi delle vie, ma il percorso sembra snodarsi lungo un’unica arteria che percorre i Sassi da un capo all’opposto. Il consiglio è quello di perdersi tra i vicoli laterali alla ricerca di angoli nascosti e meno turistici da vivere nella loro unicità.

Ho nominato il Piano, la Civita, ma… cosa sono? Lo scoprirete la prossima settimana nell’articolo conclusivo di Matera!

Al prossimo racconto!

Pubblicato da mattrossblog

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