Pisticci

Appunti di Viaggio

Il viaggio in Basilicata prosegue ancora lungo la SS407 Basentana, direttrice che dal capoluogo di regione Potenza porta fino al Mar Jonio (o Ionio).
Entriamo finalmente nella provincia di Matera, quasi senza accorgercene. Lasciate alle spalle le montagne, il paesaggio comincia a cambiare. Diviene d’improvviso più brullo, a volte lunare: ci danno il benvenuto i calanchi lucani!

I calanchi sono formazioni geologiche molto particolari: solchi sui fianchi di montagne e colline, spesso aridi, formatisi dall’erosione dovuta al passaggio dell’acqua nel tempo. La caratteristica principale di questi terreni è la costituzione argillosa. Come visto anche negli articoli di Castelmezzano e Pietrapertosa, questo territorio in ere lontane faceva parte di un oceano che col tempo è emerso. Quello che vediamo oggi come terreno coltivabile e edificabile è in realtà l’antico fondale sabbioso! In Italia possiamo trovare i calanchi lungo l’Appennino, dall’Emilia-Romagna, alla Toscana, al Lazio, fino alla Basilicata.

Calanchi lucani
Calanchi lucani

Notiamo un paese arroccato su una collina argillosa e decidiamo di visitarlo: Pisticci. Attraversiamo una lunga galleria scavata nella roccia e arriviamo quasi in pieno centro. Parcheggiamo l’auto e cominciamo a risalire a piedi mentre leggiamo qualche notizia sulla Verde del TCI.
La storia di Pisticci segue quella di tutto il territorio metapontino. Territorio della Magna Grecia, poi romano, normanno e infine sotto il Regno delle Due Sicilie.

Nel frattempo arriviamo all’interno del centro storico. Siamo davanti alla Chiesa Madre dei Santi Pietro e Paolo e una signora sull’uscio della propria abitazione ci osserva, annaffiando i fiori che abbelliscono la facciata. Non devono essere molti i viaggiatori che arrivano qui, così ci saluta e ci offre un caffè, che accettiamo volentieri: è uno scrigno di memorie di Pisticci, di cui ci racconta vita, morte e miracoli!
Veniamo così a sapere che la Chiesa è uno dei pochi edifici che ha resistito alle diverse frane che hanno martoriato questo paese, quasi a rimarcare la sacralità del luogo. Di stampo romanico, con tetto a spiovente e pianta croce latina, in effetti incute timore con la sua mole che si erge su tutto il paese.

Chiesa Madre dei Santi Pietro e Paolo
Chiesa Madre dei Santi Pietro e Paolo

La signora ci racconta poi che Pisticci fu uno dei pochi paesi risparmiati dalla peste del 17° secolo, ma che comunque le disgrazie non mancarono: nel 1688 un’intera parte del centro storico sprofondò sotto il peso di una nevicata straordinaria, causando centinaia di vittime. Davanti alla proposta della costruzione di un nuovo rione più a valle, a discapito di nuove tasse, i pisticcesi rifiutarono, ricostruendo un’intera porzione di paese nello stesso punto franato. Ad oggi, il risultato è pazzesco alla vista: i vecchi rioni Casalnuovo e Purgatorio vennero sostituiti dal nuovo rione Dirupo, costituito per la maggior parte da casette tutte uguali: bianche, con il tetto a cuspide, a due piani e disposte a filari.
Il terreno argilloso ha giocato a Pisticci un brutto tiro anche di recente. Nel 1976 un’altra frana ha portato all’abbandono di buona parte del rione Croci. Nello stesso periodo il crollo del sagrato della Chiesa Madre ha lasciato il portale principale sospeso nel vuoto!

Case del rione Dirupo
Case del rione Dirupo

Veniamo poi a scoprire che durante gli anni del fascismo la pianura metapontina fu bonificata grazie ad una colonia di confino, con sede nell’odierna frazione di Marconia (nome datogli in onore a Guglielmo Marconi). Negli stessi anni, Pisticci concorse con Matera per l’assegnazione del capoluogo di provincia.
Notiamo in varie raffigurazioni poste sulle case il ricorrere di un abito femminile del passato. Ci sembra quasi di conoscerlo, così chiediamo alla signora l’origine e il significato di questo vestito tradizionale: ci spiega che è il costume pisticcese, utilizzato nelle festività dalle donne. Ci invita poi a cercare su internet un’immagine dell’Amaro Lucano. Ecco dove lo abbiamo visto! Sull’etichetta! Il celebre liquore viene prodotto proprio a Pisticci Scalo, lontano solamente pochi km dal centro!

Io alla bottega dell'Amaro Lucano
Io alla bottega dell’Amaro Lucano

Ringraziando per le interessantissime spiegazioni ricevute, salutiamo la signora e proseguiamo la scoperta di Pisticci. Arriviamo in cima al belvedere, dove troviamo i resti del Castello e della cisterna novecentesca, vari palazzi nobiliari e stretti vicoli, che sembrano per la maggior parte disabitati. La vista è pazzesca, con i filari delle case del rione Dirupo proprio sotto di noi e poco più lontano i calanchi: tutto sembra un monito alla fragilità di questo territorio.

Decidiamo di trascorrere un piacevole pomeriggio in spiaggia. Alle spalle dell’incontaminata pineta sul mare, tra i fiumi Basento e Cavone, si colloca Marina di Pisticci: un luogo non ancora toccato dal grande turismo e per questo molto più autentico delle più rinomate località balneari contigue.

Il mare di Marina di Pisticci
Il mare di Marina di Pisticci

Al prossimo racconto!

Pubblicato da mattrossblog

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