Aemilia pt.2

Appunti di Viaggio

Il viaggio in Emilia è iniziato proprio dal suo capoluogo, la scorsa settimana. Ad accompagnarci è Lui, personaggio un po’ particolare, eccentrico, un io-so-tutto. Ma ci guida con simpatia! Riprendiamo da dove avevamo lasciato…

La Ghirlandina
La Ghirlandina

Modena è un gioiellino che Lui pensava potesse essere racchiuso in un raggio di 100 metri dal suo simbolo: la Ghirlandina. La torre campanaria. Del vicino Duomo, dalle forme romaniche: a partire dai leoni stilofori e dal rosone sulla facciata, fino all’abside. Questo all’esterno risulta più basso rispetto al piano stradale di Piazza Grande: Lui sa che la differenza di piani è dovuta allo sprofondare del Duomo nel terreno, per il suo stesso peso e che la Ghirlandina è alta quasi 90 metri ed è visibile da ogni angolo della città. Infatti è stata pensata per accogliere il viaggiatore e guidarlo fino al centro nevralgico cittadino. Modena però non è solo la sua piazza. È il teatro Pavarotti, che qui era nato. È il Palazzo Ducale, che ospita l’accademia militare. È il Giardino Ducale Estense, che dona refrigerio e svago. E perché no, quando Lui trova anche una buona trattoria dove rifocillarsi, è tortellini in brodo, crescentina e un calice di Lambrusco. Meglio se Grasparossa: Lui lo preferisce. È cotechino, zampone e soprattutto aceto. Balsamico. Che qui trova la sua massima espressione nelle storiche acetaie.

Palazzo del Monte di Pietà
Palazzo del Monte di Pietà

Reggio Emilia. Se il fil-rouge di questo viaggio è la storia, qui se ne è scritta e Lui lo ricorda molto bene: il primo tricolore della storia è stato pensato, cucito ed esposto proprio qui. Lui dice di aver partecipato alla filatura delle tre stoffe che ne hanno composto poi il risultato. Fatto sta che qui ne vanno fieri, tanto da dedicare alla bandiera nazionale un museo. Lui dice che in pochi passi poi si possono vedere i punti di interesse più importanti di Reggio: la Cattedrale di Santa Maria Assunta, la Basilica di San Prospero e Piazza Camillo Prampolini, con il suo mercato che la ravviva (come se ce ne fosse bisogno!) un paio di volte a settimana.

Il Battistero
Il Battistero

Parma è la tappa successiva lungo la via Emilia. Lui potrebbe scrivere un libro solamente rimanendo a passeggiare nel Parco Ducale. O un’enciclopedia sull’arte rimanendo seduto in piazza del Duomo, dove il Battistero ruba l’occhio per maestria costruttiva: del resto è stata proprio sua l’idea di farlo a pianta ottagonale! Ma a quel punto si farebbe torto al maestoso Palazzo della Pilotta. O al Maestro Giuseppe Verdi, parmense, conosciuto, studiato e tuttora rappresentato nei più grandi teatri di tutto il mondo. E allora Lui pensa così: “me ne vado al Parco della Cittadella, la vecchia fortezza cittadina e tra runner e bimbi con la palla me ne sto a guardare il passare del tempo. Così nessuno si offende”. Scaglie di parmigiano e qualche fetta di prosciutto cotto e di culatello accompagnano l’aperitivo. Malvasia. E via.

Il Palazzo Gotico
Il Palazzo Gotico

Piacenza, la piazza Dei Cavalli e il Palazzo Gotico, la Cattedrale di Santa Maria Assunta e Santa Giustina. Da Lui ribattezzata la “Primogenita”, quasi due secoli or sono, per il primo voto nell’intera penisola che espresse la volontà del popolo di volersi annettere al Regno di Sardegna e quindi al nascente Regno d’Italia. Si limita ad un ultimo assaggio di prodotti tipici. Prosciutti, formaggi e calici di vino accompagnati allo gnocco fritto. Che in questo lembo di terra ha la sua ultima propaggine.

Musica, storia, cucina. Una via ad unire tutto. L’Emilia è tutto questo. E tanto altro. Lui lo sa. Ora anche voi.

Al prossimo racconto!

Pubblicato il 25.05.2023 su Sevenblog

Pubblicato da mattrossblog

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